È il «Mycobacterium vaccae», e confermerebbe l’opinione corrente che
vivere all’aria aperta fa bene non soltanto alla salute del corpo
ma anche quella della mente
MILANO -
Già tre anni fa ci avevano detto che poteva funzionare come antidepressivo
(e qualcuno l’ha subito ribattezzato «il Prozac dello sporco»),
ma adesso siamo andati oltre:
renderebbe una persona addirittura più intelligente.
Non è un farmaco: è un batterio, anzi, un micobatterio il cui nome latino,
Mycobacterium vaccae,
fa già capire dove è stato identificato per la prima volta.
Appunto negli escrementi delle mucche.
Il germe, innocuo, anche se imparentato con i micobatteri che causano
la tubercolosi, si trova dappertutto nel suolo e soprattutto nella sporcizia,
può essere inalato o ingerito dalle persone soprattutto quando stanno l’aperto,
e sta rivelando inaspettate proprietà di stimolo sul cervello.
TROPPA IGIENE -
A conferma, forse, di alcune teorie secondo le quali
troppa igiene fa male
perché non stimola adeguatamente
il sistema immunitario.
LA SEROTONINA-
Chris Lowry della Bristol University aveva spiegato che
il micobatterio stimola il sistema immunitario e
attiva nel cervello un gruppo di neuroni capaci di produrre serotonina,
un ormone che migliora l’umore e riduce l’ansia
(certi antidepressivi agiscono proprio aumentando il livello di serotonina nel cervello).
«Poiché la serotonina ha un ruolo positivo anche
sui processi di apprendimento – ha spiegato Dorothy Matthews a San Diego –
abbiamo voluto verificare questo effetto
con un esperimento sugli animali».
I risultati lo hanno confermato: i topi, cui erano stati somministrati
con il cibo batteri vivi, erano più abili a orientarsi
in un labirinto rispetto ai topi di controllo.
Non solo, ma questa capacità durava nel tempo,
anche dopo la sospensione della somministrazione del batterio.
Soltanto a tre settimane di distanza l’effetto non era più evidente.
RIDURRE L’ANSIA -
«Queste ricerche suggeriscono che il Mycobacterium vaccae –
ha commentato Matthews –
può avere un ruolo nel ridurre l’ansietà e nell’aumentare
le capacità di apprendimento.
Varrebbe la pena, a questo punto, valutare se inserire,
nei programmi scolastici, attività all’aria aperta,
in ambienti dove questo microrganismo è presente,
con l’obiettivo di ridurre l’ansia degli allievi e
migliorare lo studio».
25/5/2010