Si delinea piano piano quella verità che si sosteneva molto tempo fa e cioè che il gasdotto fosse semplicemente PIL privo di un effettivo utilizzo, la solita opera per il bene dei pochi. Infatti, a quanto pare (riporto il comunicato)
LA BRITISH GAS RINUNCIA AL RIGASSIFICATORE DI BRINDISI. HA ANCORA SENSO IL MEGA GASDOTTO RETE ADRIATICA?
Il grande metanodotto Rete Adriatica era stato concepito dalla SNAM come infrastruttura al servizio del rigassificatore di Brindisi.
Ora la BRITISH GAS, che per 11 anni ha tentato invano di costruire il rigassificatore, ha deciso di gettare la spugna: rinuncia al progetto e cessa ogni attività in Puglia.
A questa conclusione il colosso energetico inglese, é giunto dopo una lunga serie di vicissitudini e di violazioni di legge che avevano portato al sequestro penale dell'area e al processo per corruzione a carico dell'ex sindaco di Brindisi Giovanni Antonino, che nel 2007 fu travolto dallo scandalo per la tangente di 360 milioni di lire pagatagli dalla BG in cambio dell'autorizzazione a realizzare l'impianto.
A pesare sulla decisione della BG é stata soprattutto la fermissima opposizione degli Enti Locali: Regione, Provincia e Comune, infatti, sono stati sempre compatti per il "no" a causa della elevata pericolosità dell'impianto, la cui realizzazione era prevista a ridosso del centro abitato.
La BG non lo dice, ma probabilmente dietro la rinuncia ci sono anche altre motivazioni, legate al mercato e quindi alla convenienza economica a realizzare l'opera. In Italia sono in progetto una decina di rigassificatori : troppi per un Paese che già oggi ha una sovrabbondanza di gas, vale a dire con una capacità di importazione nettamente superiore al consumo interno ( circa 110 miliardi di metri cubi annui rispetto a meno di 80 miliardi di consumo).
A questo punto la domanda é d'obbligo: ha ancora senso il metanodotto Rete Adriatica di 687 Km, che da Brindisi dovrebbe arrivare a Minerbio? Se non c'é più il rigassificatore a cosa serve il metanodotto?
Nel progetto presentato dalla SNAM si legge infatti che "la finalità complessiva (del metanodotto) é di realizzare le capacità di trasporto richieste dal previsto terminale di gas naturale liquefatto (GNL) di Brindisi". Una capacità di ingresso che era stimata in circa 8 miliardi di metri cubi annui. "Al fine di soddisfare tale richiesta - scriveva la SNAM nel richiedere l'autorizzazione per il metanodotto - é necessario potenziare la rete esistente, mediante la realizzazione di una nuova struttura". La Rete Adriatica, appunto, ovvero il Gasdotto Brindisi Minerbio del quale le tratte Sulmona-Foligno e Foligno-Sestino sono parte integrante.
Il venir meno del rigassificatore rimette tutto in discussione e rende improcrastinabile l'istituzione del tavolo richiesto sia dalla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che dalla Regione Abruzzo. Un tavolo, con tutti i soggetti interessati, che affronti finalmente le questioni di merito e che individui la soluzione alternativa rispetto all'attuale devastante e pericoloso tracciato della dorsale appenninica; un tavolo, a questo punto, che risponda anche alla domanda se sia ancora il caso di insistere su un'opera (metanodotto con centrale di compressione a Sulmona) così gigantesca, impattante e dispendiosa.
Comitato Interregionale No Tubo
Gruppo d’intervento Giuridico
Con grande probabilità la lotta è giunta alle sue battute finali e da questo momento la ragione in senso (la razionalità) è dalla parte di quelli che dicono NOTUBO. Questa opera con mia profonda convinzione e speranza verrà bloccata, lasciando (mi auguro duratura) vita e vitalità alle zone che questo ecomostro avrebbe divorato senza pietà.
Ed ora ad Apecchio, sopravvissuto miracolosamente (vi ricordo che il movimento è nato ad Apecchio ma è stato continuato e reso forte da cittadini più responsabili e coesi) si appresta ad essere fagocitato da altre minacce interne.
Non starò qua a farla lunga. Anche perchè nel mio paese domina la retorica democristiana, dove ancora si celano le battute degli anni 70-80 dell'edilizia spietata.
elencherò alcune battute classiche.
Ma allora sei un verde che non vuole il progresso.
Ma allora sei un comunista bolscevico.
Ma allora sei un fascista squadrista.
La prima in particolare è quella più efficace ad Apecchio, e si sente usare spesso dagli altri due blocchi storici DEGLI ANNI 40.
vorrei ricordare tutti che ora siamo nel 2012 e questa retorica tardo totalitaristica è rimasta solo in alcuni paesi in via di sviluppo e del ex regime russo. Visto che i problemi di cui si parla ora nel mondo, e sottolineo (nel mondo 2012) sono quelli di... multiculturalismo, ecosostenibilità, gestione sociale e diritti internazionali.
Credo che in questo senso ci entriamo veramente poco, noi, piccolo comune del appennino umbro-marchigiano.
Solo che! noi non ci entriamo! ma venti avversi possono soffiare contro di noi. E parlo dei vecchi motori, l'ultimo respiro dei vecchi pensieri.
Parlo di cemento sfrenato, parlo di discariche tecnologiche di produzioni fallite.
Ci venderanno vecchie centrali e ci sentiremo all'avanguardia. E per questo che occorre una coesione popolare, e per questo che occorre una classe politica (a livello locale) attenta, guardinga, difensiva e decisamente conservatrice dello status del paese.
Auguro a tutti i miei compaesani la massima fortuna e la massima felicità.
Il leviatano per ora non ha mangiato le nostre montagne...